Monaci zen seduti in meditazione nella classica posizione dello zazen (meditazione da seduti) che è la "posizione del loto": seduti, gambe incrociate, colonna vertebrale perfettamente in verticale, mento appoggiato sul collo, occhi chiusi o socchiusi, corpo rilassato e decontratto, lo spirito ben desto, vuotando la mente dai suoi contenuti, realizzano la natura di Buddha, cioè l’essenza inafferrabile di tutte le cose che è presente in noi. Nel I sec. d.C. il Buddhismo arrivò in Cina e l’incontro tra il Buddhismo e il lato pragmatico della mentalità cinese fece fiorire una particolare disciplina spirituale che intorno al 1200 d.C. fu recepita dal Giappone col nome di Zen (meditazione). Lo Zen è quindi una singolare mescolanza di tre culture, di tre tradizioni differenti, ma nella sua essenza lo Zen è perfettamente buddhista perché non ha altro scopo che quello di raggiungere il risveglio, l’illuminazione.
Il monaco zen raggiunge l’illuminazione contemplando la propria natura originaria che è buddhica, con la convinzione che la nostra natura originaria sia perfetta; il processo di illuminazione consiste semplicemente nel diventare ciò che già siamo fin dall’inizio. Ciò che contraddistingue lo Zen è il suo distacco da dogmi, concetti e speculazioni teoriche, per ricercare il risveglio nelle attività quotidiane della vita.Lo zen è quindi essenzialmente un’esperienza, un mezzo per "svegliarci" a noi stessi, "qui e ora" nella perfezione dell’istante.